Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20412 del 15 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20412PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della valutazione della misura cautelare personale, non si identifica con l'attualità della commissione di nuovi reati, ma richiede l'esistenza di elementi concreti, oggettivi e indicativi delle inclinazioni comportamentali e della personalità dell'imputato, tali da consentire di affermare che lo stesso possa facilmente, verificandosene l'occasione, commettere nuovi reati della stessa specie. Pertanto, il giudice, nel valutare la concretezza del pericolo di reiterazione, deve tenere conto della gravità intrinseca dei fatti, delle modalità della condotta, che possono rivelare un elevato livello di aggressività e incapacità di controllo degli impulsi violenti da parte dell'imputato, nonché di eventuali minacce e comportamenti persecutori posti in essere anche attraverso l'intervento di terzi, i quali possono integrare indici rilevanti ai fini della prognosi cautelare sfavorevole, anche in presenza di una proposta di collocazione domiciliare in luogo distante dai luoghi dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CAPOZZI A. - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuel - Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2099/2013 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 16/01/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAPOZZI ANGELO;

sentite le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 16.1.2014 il Tribunale di Milano, ai sensi dell'articolo 310 c.p.p. e a seguito di appell…

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