Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza comunale che istituiva un dispositivo di traffico e disponeva la rimozione di manufatti ostruenti una strada privata, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La giurisdizione del giudice amministrativo sussiste quando l'oggetto del ricorso è la domanda di dichiarazione di invalidità di un provvedimento amministrativo, anche se la questione della titolarità della proprietà della strada costituisce un presupposto del potere esercitato dall'amministrazione. In tal caso, la titolarità della strada rappresenta una questione pregiudiziale di cui il giudice amministrativo conosce in via incidentale, senza efficacia di giudicato. 2. I proprietari e/o residenti di immobili prospicienti una strada privata hanno un interesse diretto e attuale a contestare un provvedimento che ne dispone la regolamentazione del traffico e la rimozione di manufatti ostruenti, in quanto lesi nell'uso esclusivo dello spazio di loro pertinenza. 3. L'ordinanza impugnata, che unisce in sé caratteri di ordinanza di necessità e di pianificazione del traffico urbano, risulta illegittima per violazione del principio di tipicità del provvedimento amministrativo. Infatti, il dirigente comunale è privo di competenza per l'adozione di ordinanze contingibili e urgenti in materia di ordine e pubblica sicurezza, riservate al Sindaco, e l'istituzione di un piano di regolamentazione del traffico presuppone la titolarità o l'uso pubblico della strada, non dimostrati nel caso di specie. 4. Pertanto, in assenza della dimostrazione della proprietà comunale o della destinazione ad uso pubblico della strada, l'ordinanza che dispone la rimozione di manufatti ostruenti e l'istituzione di un nuovo dispositivo di traffico risulta illegittima, con conseguente annullamento del provvedimento.