Il sindaco di un comune sciolto per infiltrazioni mafiose può essere dichiarato incandidabile alle successive elezioni locali quando, sulla base di elementi concreti, univoci e rilevanti, emerga la sua responsabilità per la permeabilità dell'amministrazione comunale agli interessi della criminalità organizzata e per la mancanza di imparzialità e trasparenza nella gestione amministrativa, in violazione dei doveri di indirizzo politico, programmazione e vigilanza che gravano sulla sua figura istituzionale. La valutazione di tali elementi fattuali rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da adeguata motivazione e immune da vizi logici o errori di diritto. Il sindaco non può pretendere una nuova valutazione delle risultanze istruttorie da parte della Corte di Cassazione, essendo precluso a questa Corte il riesame del merito della controversia.