Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26406 del 4 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:26406PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur consentendo l'espressione di giudizi valutativi anche aspri, non legittima l'attribuzione di fatti falsi o gravemente lesivi della reputazione altrui, né l'utilizzo di un linguaggio offensivo e gratuito, che travalichi i limiti della continenza. Affinché la condotta possa ritenersi scriminata ai sensi dell'art. 51 c.p., è necessario il rispetto dei seguenti requisiti: la verità oggettiva del fatto posto a fondamento della critica, la pertinenza della stessa rispetto a un interesse pubblico rilevante, e la continenza nell'espressione, tale da non sfociare in una gratuita aggressione alla reputazione dei soggetti cui la critica si riferisce. Ove tali presupposti non ricorrano, la pubblicazione di affermazioni false e offensive, anche se accompagnate da fotografie, integra il reato di diffamazione, configurandosi il dolo richiesto nella forma del dolo eventuale, in quanto l'agente, pur non avendo direttamente voluto l'evento lesivo della reputazione altrui, ha consapevolmente accettato il rischio che esso si verificasse. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle circostanze attenuanti generiche e nel determinare la pena, gode di ampio potere discrezionale, la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, purché non risulti contraddittoria o manifestamente illogica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. STANISLAO SCARLINI Enrico Vittorio - Consigliere

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Su.Lu., nato a R il (Omissis);
avverso la sentenza del 13/07/2023 della Corte di Appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Michele Romano;
udito il Pubblico Ministero, in persona Sostituto Procuratore Generale Paola Filippi, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso;
udito il difensore della parte civile La.Ma., avv. Fr.Nu., che ha concluso per l'inammissibilità o il rigetto del ricorso e ha depositato conclusioni scritte e nota spese;
udito il …

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