Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19395 del 20 maggio 2005

ECLI:IT:CASS:2005:19395PEN

Massima

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Il concorso esterno in associazione mafiosa è configurabile quando la persona, pur non facendo parte della struttura organizzativa dell'associazione, fornisce un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario, purché tale contributo abbia effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento dell'associazione e sia diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima. Il contributo del concorrente esterno deve essere valutato in concreto, tenendo conto della sua specificità, concretezza e rilevanza causale, a prescindere dalla continuità o occasionalità dell'intervento. Non è sufficiente la mera vicinanza, disponibilità o condivisione degli scopi dell'associazione, ma è necessario che emerga un quid pluris, idoneo a qualificare il contributo come specifico, consapevole e causalmente rilevante per il rafforzamento dell'organizzazione criminale. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, per essere rilevanti ai fini della configurazione del concorso esterno, devono indicare fatti specifici, concreti e verificabili, non potendo risolversi in mere affermazioni generiche o prive di riscontri oggettivi. L'assenza di tali elementi fattuali concreti, anche a fronte di una pluralità di dichiarazioni accusatorie, non consente di affermare la responsabilità penale del concorrente esterno, in quanto la prova logica derivante dalla valutazione unitaria delle fonti non può supplire all'inesistenza di condotte o affermazioni suscettibili di individuare il contributo dell'imputato all'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) P. Gramendola - Cons. ((omissis)) - ((omissis)) - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto dal P.G. c/o Corte Appello di Palermo;
avverso la sentenza 18/12/03 Corte di Appello di Palermo;
Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;
Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Udito il P.G. in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Sentiti i difensori avv.ti Fr. Co. e Fa. Me., che hanno concluso per l'inammissibilità o rigetto del ricorso.
Osserva in:
FATTO
Con sentenza in data 19/3/02 il Tribunale di Palermo assolveva Fr. Ma. dal reato di cui agli artt. 110-416/bis cp perché il fatto non sussiste.
Era ascritto all'imputato di avere, quale…

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