Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24297 del 10 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24297PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta estorsiva, sia nella forma consumata che tentata, richiede che la minaccia sia idonea a incutere timore e coartare la volontà della persona offesa, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui opera. Pertanto, la mera appartenenza dell'agente a un'associazione mafiosa e il suo coinvolgimento in attività criminose non sono di per sé sufficienti a integrare il reato di estorsione, essendo necessario valutare la concreta idoneità della condotta a determinare un effettivo stato di soggezione nella vittima. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di tali elementi, gode di un ampio margine di discrezionalità, che non può essere sindacato in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1319/2013 TRIB. LIBERTA'' di BARI, del 05/12/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IANNELLI ENZO;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del cons. Dott. JANNELLI Enzo;

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, Dott. VOLPE Giuseppe, per l'inammissibilit…

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