Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24642 del 31 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24642PEN

Massima

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Il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, ai sensi dell'art. 483 c.p., si configura quando l'agente attesti falsamente, in una dichiarazione sostitutiva di atto notorio resa ai sensi del D.P.R. n. 445 del 2000, art. 46, il possesso di requisiti necessari per ottenere un provvedimento amministrativo costitutivo, come l'iscrizione in pubblici registri o l'autorizzazione all'esercizio di attività commerciali. Tuttavia, qualora la dichiarazione falsa sia contenuta in un modulo prestampato di non immediata comprensione, non può ritenersi sussistente l'elemento soggettivo del reato sulla base di un dovere di accertamento del privato determinato dall'assenza di chiarezza del modulo, in quanto la responsabilità penale verrebbe fondata non sulla coscienza e volontà di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, ma su una colposa omissione di indagine, che non integra il delitto di falso ideologico punibile a titolo di dolo. Inoltre, la concessione dell'indulto sulla pena irrogata con sentenza irrevocabile, rendendo plausibile l'assenza in capo all'imputato della piena consapevolezza e volontà della falsità delle sue dichiarazioni, esclude la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato. Pertanto, in tali ipotesi, il fatto non costituisce reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/10/2016 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CORASANITI GIUSEPPE che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello di Trieste ha confermato la decisione emessa dal Tribunale di Ud…

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