Il giudice di merito, nel valutare la concessione della sospensione del processo con messa alla prova per l'imputato minorenne, deve considerare la complessiva condotta dello stesso durante il periodo di prova, potendo legittimamente revocare il beneficio anche in presenza di una sola grave violazione delle prescrizioni imposte, qualora essa sia idonea a escludere una prognosi positiva sull'evoluzione della sua personalità. Nell'applicare la circostanza attenuante della lieve entità del fatto di cui all'art. 73, comma 5, D.P.R. n. 309/1990, il giudice deve effettuare una valutazione complessiva degli indici normativamente previsti, senza che sia necessario il riscontro positivo di tutti gli stessi, potendo altresì operare un bilanciamento tra elementi di segno contrario. Il diniego delle attenuanti generiche, motivato con riferimento agli elementi di cui all'art. 133 c.p. ritenuti prevalenti, è insindacabile in sede di legittimità, purché la relativa valutazione non risulti manifestamente illogica o contraddittoria. L'esclusione di una circostanza aggravante, pur incidendo sul giudizio di bilanciamento, non comporta necessariamente una riduzione della pena, qualora il giudice ritenga che le residue circostanze, complessivamente valutate, giustifichino comunque la sanzione inflitta.