Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24124 del 13 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:24124PEN

Massima

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La capacità di intendere e di volere dell'imputato, in relazione al reato contestato, deve essere attentamente valutata dal giudice di merito sulla base di tutta la documentazione rilevante, sia quella coeva ai fatti che quella successiva, senza confonderla con la mera capacità intellettiva e volitiva richiesta dalla fattispecie criminosa. Il giudice è tenuto a un'approfondita disamina di tutti gli elementi probatori, anche di natura psichiatrica, idonei a incidere sulla responsabilità penale dell'imputato, senza limitarsi a considerazioni superficiali o illogiche. L'accertamento della capacità di intendere e di volere riveste carattere essenziale ai fini della pronuncia di condanna, imponendo, ove necessario, l'espletamento di un adeguato accertamento peritale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. VI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/01/2007 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CORTESE ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

1.- Con la sentenza di cui in epigraf…

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