Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione commessa attraverso la pubblicazione di un commento offensivo sulla propria pagina personale sui social media è imputabile al titolare dell'account, anche in assenza di specifici accertamenti circa l'indirizzo IP di provenienza del messaggio, in quanto la riferibilità soggettiva del fatto è desumibile dalla titolarità dell'account utilizzato per la pubblicazione. Tuttavia, il diniego delle circostanze attenuanti generiche deve essere adeguatamente motivato, non essendo sufficiente il solo riferimento all'incensuratezza dell'imputato, ma dovendo il giudice esaminare e valutare tutte le circostanze favorevoli dedotte dalla difesa, come la natura dello sfogo e la breve durata della pubblicazione. L'estinzione del reato per prescrizione, maturata prima della sentenza di appello, comporta l'annullamento della condanna agli effetti penali, ferma restando la condanna alle spese di giudizio in favore della parte civile.