Il rinnovo delle concessioni per lo sfruttamento di giacimenti di acque termali, in attesa dell'approvazione del piano regionale e del conseguente esperimento della gara pubblica, è consentito qualora si accerti la coltivabilità del giacimento anche con riferimento alle esigenze di tutela delle risorse, nel caso di concessione già rilasciata nel passato e cessata da non più di due anni. Tale disciplina, introdotta dalla legge regionale n. 5 del 2013, mira a contemperare l'esigenza di tutela della concorrenza, attraverso il ricorso alla gara pubblica per l'individuazione del nuovo concessionario, con la necessità di assicurare la continuità dello sfruttamento delle risorse termali, in attesa dell'approvazione del piano regionale che costituisce il presupposto per l'espletamento della procedura concorsuale. La norma regionale, pertanto, realizza un bilanciamento tra il principio di libera concorrenza e quello di tutela dell'affidamento del precedente concessionario, in linea con i principi affermati dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 235 del 2011, che ha sancito l'illegittimità della pregressa disciplina regionale che escludeva l'obbligo di gara per il rinnovo delle concessioni. La previsione del rinnovo temporaneo, nelle more dell'approvazione del piano, costituisce dunque una soluzione transitoria idonea a garantire la continuità dello sfruttamento delle risorse termali, nel rispetto dei principi di concorrenza e tutela dell'affidamento.