Cassazione penale Sez. III sentenza n. 6173 del 17 febbraio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:6173PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti si configura anche quando sia rilevabile un vincolo durevole che accomuna il fornitore di droga e gli spacciatori acquirenti che in via continuativa la ricevono per immetterla nel mercato del consumo, essendo irrilevante la diversità degli scopi personali e degli interessi economici perseguiti dai singoli partecipi, purché si accerti che le condotte siano poste in essere con la consapevolezza dell'esistenza di risorse dell'organizzazione su cui contare, e con la coscienza e volontà di far parte del sodalizio e di contribuire, con la propria azione, al suo mantenimento. La sussistenza delle esigenze cautelari, in relazione al reato di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, per il quale vige la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, può essere esclusa solo in presenza di specifici elementi di fatto idonei a dimostrarne l'attualità, anche in relazione al decorso di un significativo lasso di tempo dalla commissione del fatto, il quale può essere sintomo di un proporzionale affievolimento del pericolo di reiterazione, dovendo il giudice motivare sulla rilevanza del tempo trascorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/07/2020 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere GAI Emanuela;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale MOLINO Pietro, ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2000, articolo 23, comma 8, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO

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