Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48270 del 16 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:48270PEN

Massima

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Il furto aggravato dalla violenza sulle cose si configura quando l'agente, per impossessarsi del bene altrui, supera una barriera fisica posta a protezione dello stesso, anche se il bene non risulta essere stato sottratto in modo continuativo dalla sorveglianza del legittimo detentore. Ai fini della consumazione del reato, è sufficiente che l'agente si sia inequivocabilmente impossessato del bene, portandolo all'interno del proprio veicolo, anche se una parte di esso è stata rinvenuta ancora nell'area di pertinenza del proprietario. La presenza di strumenti atti allo scasso all'interno del veicolo dell'imputato, giustificata dalla sua attività professionale, non esclude la configurabilità dell'aggravante della violenza sulle cose, qualora sia accertato l'effettivo superamento della barriera fisica posta a protezione del bene. La motivazione della sentenza che riconosce la sussistenza di tali elementi è congrua e insindacabile in sede di legittimità, non potendosi sostituire ad essa valutazioni alternative dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/02/2015 della CORTE APPELLO di PERUGIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/07/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE GREGORIO EDUARDO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ORSI LUIGI.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Perugia ha confermato la decisione di condanna del Tribunale nei confronti dell'…

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