Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19269 del 6 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19269PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, deve limitarsi a verificare la logicità e la coerenza della motivazione adottata dal giudice di merito, senza poter sindacare l'adeguatezza e la rispondenza delle argomentazioni alle risultanze processuali. Il diniego del beneficio può essere legittimamente fondato sulla prognosi sfavorevole circa la futura condotta dell'imputato, desunta dalla gravità del reato commesso, dalla sproporzione della condotta rispetto alle ragioni che possono averla determinata, nonché dalla presenza di precedenti penali, anche specifici, che denotino una propensione alla commissione di ulteriori reati. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è circoscritto ai soli vizi di macroscopica evidenza, restando ininfluenti le minime incongruenze e le deduzioni difensive non espressamente confutate, purché il convincimento del giudice sia logicamente e adeguatamente spiegato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherit - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza la sentenza della Corte d'appello di Venezia del 5.7.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere M. B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 5.7.201…

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