Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24571 del 23 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:24571PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991, si configura quando la condotta dell'agente, valutata nel suo complesso e nel contesto in cui si svolge, sia oggettivamente idonea ad esercitare sulla vittima una particolare coartazione psicologica evocata dalla forza intimidatrice tipica dell'agire mafioso, anche attraverso un messaggio implicito che richiami l'appartenenza dell'agente o di suoi congiunti a un contesto criminale organizzato. L'aggravante non può essere esclusa sulla base della mera reazione della vittima, essendo necessario un accertamento oggettivo della idoneità della condotta a sfruttare la forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo mafioso, a prescindere dall'effettiva realizzazione dell'evento minacciato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS), CONSIGLIO NAZIONALE ORDINE GIORNALISTI;
FEDERAZIONE NAZIONALE STAMPA ITALIANA;
ORDINE GIORNALISTI SICILIA;
avverso la sentenza del 04/04/2019 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CALASELICE BARBARA;
udito il Pubblico Ministero, in p…

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