Il concorso nella falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico, quale condotta di collaborazione nella realizzazione della contraffazione di documenti di identità, è configurabile anche in assenza di una diretta e materiale apposizione della firma o dell'effige fotografica sul documento, essendo sufficiente il contributo morale e organizzativo fornito dall'agente nell'ambito di una complessa attività criminosa. L'attenuante del ravvedimento operoso, di cui all'art. 62, comma 1, n. 6 c.p., presuppone una condotta concreta ed efficace dell'agente volta ad eliminare o attenuare le conseguenze dannose del reato, che non può essere integrata dalla mera confessione strategica priva di effettiva riparazione. Nel giudizio di bilanciamento delle circostanze, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione del peso da attribuire alle circostanze attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p.