Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26011 del 1 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26011PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La provocazione non può essere riconosciuta come attenuante del reato di omicidio preterintenzionale quando le risultanze processuali, valutate in modo completo ed esaustivo, escludono in modo assoluto che la vittima abbia tenuto un comportamento provocatorio nei confronti dell'imputato, anche qualora vi siano state voci o informazioni non meglio precisate in tal senso. Il giudice di merito, nel motivare il rigetto dell'attenuante, deve dare conto in modo ragionevole e logico delle ragioni per le quali ritiene insussistenti i presupposti fattuali per il riconoscimento della provocazione, senza incorrere in vizi logici o contraddizioni. In tali casi, il ricorso per cassazione avverso la sentenza che nega l'attenuante è destituito di fondamento, non potendosi in sede di legittimità procedere ad un nuovo esame del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. OR. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 16/2009 CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA, del 03/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che chiede dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Pa. …

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