Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare i ricorsi proposti dalla società Soder avverso i provvedimenti del Comune di Roma relativi alla pianificazione urbanistica e al diniego di permessi di costruire, ha affermato i seguenti principi giuridici: 1. La destinazione di un'area a "verde pubblico e servizi pubblici di livello locale" nel nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Roma ha natura conformativa e non espropriativa, non comportando l'ablazione dei suoli né il sostanziale svuotamento dei diritti dominicali di natura privata. Pertanto, tale previsione non richiede una motivazione particolarmente intensa, essendo sufficiente che le ragioni delle scelte pianificatorie siano ricavabili dai principi generali che ispirano lo strumento urbanistico. 2. L'introduzione nel nuovo Piano Regolatore Generale di istituti quali il contributo straordinario e la perequazione urbanistica è legittima, in quanto tali strumenti sono noti al nostro ordinamento e rientrano nella potestà conformativa del territorio di cui l'amministrazione è titolare nell'esercizio dell'attività di pianificazione, nonché nella possibilità di ricorrere a modelli privatistici e consensuali per il perseguimento di finalità di pubblico interesse. 3. Le modifiche apportate al piano adottato in sede di controdeduzioni alle osservazioni e di conferenza di copianificazione non richiedono necessariamente una nuova pubblicazione, salvo il caso in cui esse comportino uno stravolgimento dell'impianto originario dello strumento urbanistico o un profondo mutamento dei suoi criteri ispiratori. 4. La determinazione degli standard urbanistici nel nuovo Piano Regolatore Generale, effettuata sulla base di approfondite valutazioni illustrate nella relativa documentazione, è congrua e adeguatamente motivata, in quanto volta al perseguimento di obiettivi di interesse pubblico e di qualità dell'insediamento urbano, in coerenza con lo sviluppo demografico ed economico della popolazione di riferimento e con i mutevoli fabbisogni sociali.