Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45537 del 26 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45537PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di condanna per il reato di danneggiamento aggravato, tentato e consumato, afferma che l'accertamento della responsabilità penale dell'imputato può fondarsi non solo sulle dichiarazioni della persona offesa, ma anche su altri elementi di prova indiziari, quali la corrispondenza tra l'autovettura dell'imputato e quella vista allontanarsi dal luogo del fatto, nonché il rinvenimento presso l'abitazione dell'imputato di un indumento con tracce del combustibile utilizzato per il danneggiamento. Inoltre, il giudice di merito può legittimamente negare le circostanze attenuanti generiche in presenza di precedenti penali dell'imputato e di un intenso dolo manifestato nella commissione del fatto, senza che ciò comporti vizi di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sc. Ma. ;

avverso la sentenza con la quale la Corte di appello di Palermo, in data 19 gennaio 2007, confermava la sentenza con la quale il Tribunale di Trapani, in data 19 gennaio 2006, aveva condannato l'imputato alla pena di mesi otto di reclusione, per il reato di danneggiamento aggravato tentato e consumato;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita, alla pubblica udienza del 16 ottobre 2009, la re…

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