Il Comune, nell'esercizio dei poteri attribuiti dalla normativa vigente, può prevedere in via sperimentale l'utilizzo di veicoli sostitutivi o aggiuntivi appositamente attrezzati per l'espletamento di servizi di trasporto rivolti a specifiche categorie di utenti, come le persone disabili, senza che ciò comporti una violazione del principio di libera concorrenza e di libera circolazione delle persone e dei servizi. Tale facoltà comunale non costituisce un obbligo, ma una mera possibilità di conformare le modalità di esercizio del servizio di noleggio, nell'ambito di una disciplina che mira ad assicurare il tempestivo adeguamento dei livelli essenziali di offerta del servizio taxi e la funzionalità ed efficienza dello stesso ai fini della mobilità urbana, in conformità ai principi comunitari e costituzionali. Pertanto, la soppressione da parte del Comune della previsione regolamentare che consentiva ai titolari di licenza di utilizzare veicoli sostitutivi ed aggiuntivi appositamente attrezzati per il trasporto di persone disabili non integra una illegittima restrizione dell'attività di autotrasporto, ma rientra nell'esercizio dei poteri di programmazione e regolamentazione del servizio taxi e di autonoleggio con conducente attribuiti dalla legge all'ente locale.