Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 5335 del 10 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:5335PEN

Massima

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Il giudice di appello, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, non può ritenere sussistente una circostanza aggravante esclusa dal giudice di primo grado, quando ciò comporti la procedibilità d'ufficio del reato, altrimenti perseguibile soltanto a querela di parte. Tale decisione costituirebbe una violazione del divieto di reformatio in peius, principio che impedisce al giudice di secondo grado di peggiorare la posizione dell'imputato in assenza di impugnazione da parte dell'accusa. Il divieto di reformatio in peius tutela il diritto di difesa dell'imputato, impedendo che la sua posizione possa essere aggravata in assenza di una impugnazione che lo legittimi. Pertanto, qualora il giudice di appello, in mancanza di impugnazione del pubblico ministero, ritenga sussistente una circostanza aggravante esclusa in primo grado, determinando così la procedibilità d'ufficio del reato, tale decisione deve essere annullata senza rinvio, in quanto l'azione penale non poteva essere iniziata per mancanza di querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. BRUNO Mariarosaria - Consigliere

Dott. CENCI Daniele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/03/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CENCI DANIELE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale SPINACI SANTE che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
udito il difensore: nessuno e' comparso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Messina il 18 marzo 2019, in parziale riforma della sent…

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