Il ricorso amministrativo è inammissibile quando ha ad oggetto un atto privo di carattere provvedimentale, in quanto l'impugnativa di un mero atto di comunicazione o diffida non è consentita ai sensi dell'art. 73, ultimo comma, del codice del processo amministrativo. In tali casi, il giudice amministrativo deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso, senza pronunciarsi sulle spese di lite quando l'amministrazione intimata non si sia costituita in giudizio. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che l'impugnativa di atti meramente comunicativi o di diffida, privi di contenuto provvedimentale, è inammissibile in quanto non rientrante nell'ambito di applicazione della tutela giurisdizionale amministrativa, la quale è circoscritta agli atti amministrativi propriamente detti, idonei a produrre effetti giuridici diretti nei confronti del destinatario. La massima evidenzia come il giudice amministrativo debba operare un attento scrutinio della natura dell'atto impugnato, al fine di verificarne la sussistenza dei requisiti di impugnabilità, essendo preclusa la possibilità di sindacare in sede giurisdizionale atti meramente comunicativi o di diffida, privi di contenuto provvedimentale.