Il vincolo paesaggistico imposto su un immobile, ai sensi della legge n. 1497/1939, comporta la necessità di valutare la compatibilità di qualsiasi intervento edilizio, anche di mutamento di destinazione d'uso, con le caratteristiche intrinseche del manufatto, a prescindere dal suo interesse storico-artistico. Pertanto, l'amministrazione competente è legittimata a negare il condono edilizio richiesto per opere che, pur non incidendo sull'aspetto esteriore dell'immobile, si innestano su una struttura abusivamente ampliata e modificata nella sua originaria configurazione, in quanto tali interventi non possono prescindere dalla pregressa illiceità della conformazione del manufatto. Inoltre, il silenzio-assenso previsto dalla legge n. 724/1994 non opera per le domande di condono relative a interventi che comportano un aumento di superficie o di volume, come nel caso di mutamento di destinazione d'uso da magazzino a civile abitazione.