Il tentativo di falsità ideologica commesso dal privato inducendo in errore il pubblico ufficiale nell'attestazione del superamento dell'esame teorico per il conseguimento della patente di guida, pur essendo funzionale alla successiva condotta di falsa attestazione di generalità al pubblico ufficiale, integra un reato autonomo e distinto da quest'ultima fattispecie, non sussistendo tra le due condotte un rapporto di specialità tale da determinare l'assorbimento della prima nella seconda. Infatti, la falsità ideologica indotta ai sensi dell'art. 48 c.p. concerne il rilascio di un documento amministrativo, quale la patente di guida, in difetto dei presupposti di legge, mentre la falsa attestazione di generalità ai sensi dell'art. 495 c.p. riguarda esclusivamente la presentazione di un documento di identità contraffatto, trattandosi di condotte che, pur essendo parte di una progressione criminosa, presentano elementi costitutivi autonomi e non coincidenti, tali da escludere l'applicazione del principio di consunzione. Pertanto, la condotta di induzione in errore del pubblico ufficiale, pur essendo funzionale alla successiva falsa attestazione di generalità, integra un reato autonomo e distinto, suscettibile di autonoma punizione.