Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18409 del 5 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:18409PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione si configura quando un soggetto, attraverso minacce idonee a coartare la volontà del soggetto passivo, persegue un mero interesse di fatto, privo di tutela giuridica, come la conservazione di un lavoro acquisito presso un'azienda. Il giudizio di gravità indiziaria e di sussistenza delle esigenze cautelari, basato sull'apprezzamento della gravità dei fatti e del contesto mafioso in cui sono maturati, rientra nella valutazione discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi logici o giuridici manifesti. La revoca della misura custodiale e la sua sostituzione con una misura meno afflittiva non esclude la permanenza del pericolo di reiterazione del reato, che giustifica comunque l'applicazione di una misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la ordinanza 28/11/2013 del Tribunale per il riesame di Catanzaro;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Domenico Gallo;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. RIELLO Luigi che ha concluso chiedendo il rigetto;

uditi per l'imputata, l'avv. (OMISSIS) e l'avv. (OMISSIS), che hanno concluso per l'accoglimen…

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