Cassazione penale Sez. III sentenza n. 808 del 17 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:808PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto non solo dalla gravità del fatto e dalle modalità della condotta, ma anche dalla personalità del soggetto, in particolare dalla sua assunzione di responsabilità e dai comportamenti successivi al fatto, sintomatici di un'indole negativa e di una spiccata propensione a delinquere, anche in assenza di precedenti penali. In tali casi, la misura custodiale detentiva può essere ritenuta l'unica adeguata, in quanto idonea a interrompere i rapporti tra l'indagato e gli ambienti criminali di riferimento, a prescindere dalla valutazione di misure meno afflittive. Il giudizio sulla sussistenza del pericolo di reiterazione e sull'adeguatezza della misura cautelare rientra nell'esclusiva competenza del giudice di merito, il cui provvedimento è sindacabile in sede di legittimità solo per vizi di motivazione, senza possibilità di una nuova valutazione degli elementi fattuali e probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FIALE Aldo - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) St. Lu. nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza dell'1.6.2010 del Tribunale di Lecce sentita la relazione fatta dal Consigliere Silvio Amoresano;

sentite le conclusioni del P.G., Dott. Passacantando Guglielmo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1) Con ordinanza in data 1.6.2010 il Tribunale di Lecce rigettava la richiesta di riesame proposta da St. Lu. avverso l'ordinanza del GIP del Tribunale d…

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