Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8140 del 2 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:8140PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti può essere provato anche attraverso l'accertamento di "facta concludentia", quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, le basi logistiche, le forme di copertura e i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive, in vista del raggiungimento di un comune obiettivo e dall'esistenza di una struttura organizzativa, sia pure non particolarmente complessa e sofisticata, indicativa della continuità temporale del vincolo criminale. Il dolo del delitto di associazione a delinquere è dato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione dell'accordo e quindi del programma delinquenziale in modo stabile e permanente. L'elemento oggettivo del reato d'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti prescinde dal numero di volte in cui il singolo partecipante ha personalmente provveduto allo spaccio, per cui il coinvolgimento in un solo episodio di cessione di droga non è incompatibile con l'affermata partecipazione dell'agente all'organizzazione di cui si è consapevolmente servito per commettere il fatto. Le dichiarazioni auto-accusatorie rese dall'indagato nel corso di intercettazioni telefoniche hanno integrale valenza probatoria, mentre le dichiarazioni parzialmente auto-accusatorie e quelle etero-accusatorie necessitano di ulteriori riscontri. Inoltre, la semplice dichiarazione di essere in grado di procacciare sostanze stupefacenti può essere, di per sé sola, generatrice di responsabilità penale, rientrando anche l'attività di "intermediazione" nella condotta di "procurare ad altri" la droga, essendo il legislatore intervenuto per reprimere il pericolo di traffico di stupefacenti e prevenire le conseguenze dannose dello spaccio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 728/2011 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 08/08/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Mura Antonio che chiede l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria, con ordinanza in data 8.8.2011, confermava l'o…

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