La concessione dei benefici penitenziari e della liberazione condizionale ai collaboratori di giustizia, ai sensi della L. n. 82 del 1991, art. 16-nonies, prescinde dai limiti di pena previsti per i singoli benefici e per la liberazione condizionale, essendo demandata al Tribunale di Sorveglianza la valutazione del ravvedimento del condannato, oltre che dell'importanza ed effettività della collaborazione prestata. Tale valutazione non può limitarsi ad un mero giudizio astratto sul ravvedimento, ma deve tenere conto del concreto percorso collaborativo, detentivo e riabilitativo intrapreso dal detenuto, senza che possano rilevare considerazioni estranee al requisito del ravvedimento, come l'intangibilità del giudicato e la funzione retributiva della pena, non disgiunte dalla personalità criminale dell'istante. Il Tribunale di Sorveglianza è, pertanto, tenuto ad effettuare una valutazione approfondita e motivata in ordine al requisito del ravvedimento del condannato, senza che possa vanificare il limite generale dell'espiazione del quarto della pena inflitta, deciso discrezionalmente dal legislatore.