Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20012 del 9 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20012PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale di un detenuto, ai fini dell'applicazione di una misura di sicurezza, non può essere fondato esclusivamente sulla gravità dei reati commessi, ma deve basarsi su una valutazione complessiva e attuale di tutti gli elementi che concorrono a determinarne l'effettiva e concreta pericolosità, senza limitarsi ai soli fatti di reato per i quali è in corso l'espiazione della pena. Il giudice è tenuto a verificare l'attualità della pericolosità sociale del soggetto, non potendo desumerla automaticamente dalla mera gravità dei reati pregressi. L'accertamento della pericolosità sociale deve essere effettuato in modo rigoroso e puntuale, non potendo basarsi su valutazioni sommarie o presuntive, al fine di garantire il rispetto dei principi di legalità, proporzionalità e individualizzazione delle misure di sicurezza, in ossequio alle garanzie costituzionali e convenzionali a tutela della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 292/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di BOLOGNA, del 22/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza 22/5/12 (depositata il 9/7/12) il Tribunale di Sorveglianza di Bologna rigettava l'impugnazione …

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