Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35626 del 4 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35626PEN

Massima

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Il falso in dichiarazioni sull'identità personale rese a pubblico ufficiale integra il reato di cui all'art. 495 c.p., anche quando l'agente si attribuisca le generalità di un terzo, essendo sufficiente l'accertamento della divergenza tra le dichiarazioni rese e l'effettiva identità dell'autore, senza che rilevi la circostanza che il soggetto impersonato sia estraneo ai fatti. La responsabilità penale può essere affermata sulla base di elementi indiziari, quali le dichiarazioni del pubblico ufficiale che ha raccolto le false generalità, il rifiuto dell'imputato di deporre o di comparire in giudizio, nonché la valutazione della condotta complessiva dell'agente. La concessione delle attenuanti generiche può essere legittimamente negata in presenza di precedenti penali e di recidiva reiterata, atteso che tali circostanze incidono negativamente sulla valutazione della personalità del reo e sulla sua meritevolezza di un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 326/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 23/09/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Vito D'Ambrosio, che chiede il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Ru. An. ricorre avverso …

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