La proroga automatica prevista dall'art. 103, comma 2, del d.l. n. 18/2020, convertito con modificazioni dalla l. n. 27/2020, come modificato dal d.l. n. 125/2020 convertito con l. n. 159/2020, si applica indistintamente a tutti gli atti amministrativi con effetto ampliativo della sfera giuridica dei destinatari, ivi comprese le concessioni di beni e servizi, a prescindere dalla loro qualificazione formale, in quanto la chiara formulazione letterale della norma, che fa riferimento a "certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati", esprime univocamente la voluntas legis di prescindere dal dato estrinseco-formale e dal sotteso nomen juris, affasciando nella sua portata regolatoria l'intera gamma di fattispecie in cui il dato sostanziale è costituito da un effetto ampliativo della sfera giuridica del privato in conseguenza di una scelta in tal senso operata dall'autorità pubblica. Pertanto, la concessione di un locale adibito a servizio bar, scaduta durante il periodo di emergenza epidemiologica da COVID-19, conserva la propria validità per i novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza, ai sensi della citata disposizione emergenziale, a prescindere dalla qualificazione del rapporto giuridico in essere come concessione di servizi o concessione di beni demaniali.