Il reato di falsità in atto pubblico, in assenza di contestazione e applicazione dell'aggravante della fidefacenza di cui all'art. 476, comma 2, c.p., è punito con la pena massima di sei anni di reclusione, con conseguente durata ordinaria del termine prescrizionale di sei anni e massima di sette anni e sei mesi, tenuto conto degli atti interruttivi. Pertanto, ove la Corte d'Appello abbia rilevato l'intervenuta prescrizione di altri reati, essa deve estendere tale declaratoria anche al reato di falsità in atto pubblico, in assenza dei presupposti per un'assoluzione nel merito. Tra il reato di falsità in atto pubblico e quello di calunnia sussiste un rapporto di specialità reciproca, che esclude l'applicabilità del concorso formale di reati, essendo possibile la falsificazione di un atto pubblico per finalità diverse dalla formulazione di un'infondata accusa, così come la simulazione di tracce di reato senza l'utilizzo di atti falsi.