Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19453 del 18 maggio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:19453PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990, richiede, oltre ai connotati tipici delle fattispecie associative in genere, la chiara esistenza di una serie di requisiti che non devono limitarsi all'aspetto della ripartizione di compiti tra gli associati, ma devono soprattutto trarsi dall'idoneità della struttura, ossia dell'ente criminale, a fornire un supporto stabile agli associati così da consentire al sodalizio di operare validamente per un apprezzabile lasso di tempo. La prova dell'esistenza dell'associazione criminale può derivare anche dal contenuto di intercettazioni telefoniche e/o ambientali dalle quali sia possibile desumere uno o più degli elementi indicativi del funzionamento dell'associazione, come la continuità, la frequenza e l'intensità dei rapporti tra i soggetti, l'interdipendenza della loro condotta, la predisposizione dei mezzi finanziari, l'uso comune dei mezzi necessari per il compimento delle operazioni delittuose e l'efficienza ed adeguatezza dell'organizzazione, senza che tali elementi debbano necessariamente sussistere cumulativamente ma anche solo alternativamente purché siano idonei ad attestare l'esistenza e la potenzialità lesiva del sodalizio criminale. Ai fini della configurabilità della responsabilità del singolo partecipe, non è necessaria la prova della sua partecipazione a specifici reati-fine, essendo sufficiente l'accertamento della sua intraneità organica all'associazione, desumibile anche dalla mera consapevolezza del programma criminoso e dalla disponibilità a fornire il proprio contributo stabile e continuativo per la realizzazione degli scopi illeciti del sodalizio. In tema di misure cautelari personali, il ricorso per cassazione che deduca l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza o l'assenza delle esigenze cautelari è ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge o la manifesta illogicità della motivazione del provvedimento, ma non anche quando propone censure che riguardano la ricostruzione dei fatti o che si risolvono in una diversa valutazione degli elementi esaminati dal giudice di merito. Inoltre, in presenza di un regime cautelare speciale con riferimento a reati, come quello di cui alla L. Stup., art. 74, che comportano una deroga all'ordinaria disciplina risultando le esigenze cautelari presunte, sebbene iuris tantum, dalla legge (art. 275 c.p.p., comma 3), non è richiesta la motivazione in ordine al "tempus commissi delicti", non essendo necessario che l'ordinanza cautelare motivi anche sulla rilevanza del tempo trascorso dalla commissione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuele - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 30-07-2021 del tribunale della liberta' di Palermo;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione del Consigliere DI NICOLA Vito;
udita la requisitoria del Procuratore Generale, MANUALI Valentina, che ha concluso per l'annullamento con rinvio limitatamente alla circostanza aggravante di cui all'articolo 416-bis.1 e per l'inammissibilita' nel resto del ricorso;
udito il difensore, avvocato (…

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