Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23199 del 9 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23199PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa da reato, al pari di ogni altra testimonianza, deve essere sottoposta a un generale controllo sulla credibilità del dichiarante, valutando la linearità logica della sua esposizione, l'assenza di risultanze processuali incompatibili e la corrispondenza al vero della sua rievocazione dei fatti, senza che il giudice possa disconoscere in maniera immediata e presuntiva la credibilità della vittima sulla base di elementi non adeguatamente approfonditi, come il silenzio su circostanze indicate in precedenti atti o l'omessa rievocazione di dati potenzialmente rafforzativi della sua tesi. Il giudice, ove ravvisi elementi di dubbio sulla credibilità della persona offesa, è tenuto a compiere le necessarie iniziative istruttorie previste dal codice di rito, al fine di verificare compiutamente l'attendibilità della testimonianza, prima di giungere a una pronuncia di assoluzione dell'imputato non adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Anton - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANIA;

nei confronti di:

1) FI. FI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 16/2008 GIUDICE DI PACE di BIANCAVILLA, del 04/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), c…

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