La titolarità della licenza di pubblico esercizio abilita l'esercente all'attività di somministrazione di alimenti e bevande con servizio assistito ai tavoli, senza che l'amministrazione comunale sia tenuta a verificare preventivamente l'effettivo svolgimento di tale servizio ai fini dell'applicazione della proroga dodicennale della concessione di posteggio su area pubblica. Infatti, la normativa provinciale di riferimento (art. 3, comma 1, lett. k) e v), n. 2, L.P. n. 12/2019) qualifica come commercio su area pubblica, con diritto al rinnovo dodicennale della concessione, anche la somministrazione di alimenti e bevande per il consumo immediato, a prescindere dalla modalità di servizio (con o senza assistenza ai tavoli). Pertanto, l'amministrazione comunale non può disporre una proroga più breve della concessione di posteggio solo sulla base della titolarità, da parte del concessionario, della licenza di pubblico esercizio, senza accertare concretamente lo svolgimento del servizio assistito, atteso che tale circostanza, pur rilevante sotto il profilo dell'attività esercitata, non incide sulla qualificazione giuridica dell'attività stessa ai fini del rinnovo della concessione. Tuttavia, la questione della legittimità costituzionale della normativa provinciale, per possibile violazione del riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni, nonché dei principi di uguaglianza e libera concorrenza, è riservata alla valutazione della Corte Costituzionale, a seguito di apposita ordinanza di rimessione.