Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 3875 del 2009

ECLI:IT:TARLAZ:2009:3875SENT

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'amministrazione comunale può legittimamente esercitare il potere di autotutela e vietare la prosecuzione di un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, anche in assenza di un tempestivo intervento inibitorio entro il termine di 60 giorni previsto dalla legge, qualora sia venuto meno il presupposto su cui si fondava la denuncia di inizio attività presentata dall'esercente. Ciò in quanto il venir meno del titolo abilitativo originario (autorizzazione di cui all'art. 5, comma 1, lett. b, l. n. 287/1991) a causa di un fatto sopravvenuto (cessione della licenza) determina l'inefficacia della denuncia di inizio attività presentata ai sensi dell'art. 3, comma 6, lett. d, l. n. 287/1991, legittimando l'amministrazione a vietare la prosecuzione dell'attività per tutelare esigenze di pubblico interesse, come il divieto di apertura di nuove attività in determinate zone della città. Il potere di autotutela dell'amministrazione non è precluso dalla formazione del silenzio assenso, in quanto il venir meno del presupposto legittimante l'attività determina l'inefficacia della denuncia di inizio attività, indipendentemente dal decorso del termine per l'adozione del provvedimento inibitorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO
Sezione Seconda Ter
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sui ricorsi riuniti n. 11339/2003 e n. 12877/2004 proposti da Ma. Mo., in qualità di legale rappresentante della Xa. s.r.l., rappresentato e difeso dall'avv. An. ((omissis)). (nel ricorso RG n. 11339/2003), con domicilio eletto in Ro. via U. ((omissis)). n. (...), e dagli avv.ti At. Pe. e Al. Ma. (nel ricorso RG n. 12877/2004) con domicilio eletto presso lo studio di quest'ultimo in Ro., ((omissis)). n. (...);
contro
il Comune di Ro., in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall'avv. Am. Ce. dell'Avvocatura comunale e domiciliato presso gli Uffici di quest'ultima in Ro., ((omissis)). Te. di Gi. n. (...);
per l'annullamento
A) con il ricorso RG n. 11339/2003:
- della determinazione dirigenziale del 10 luglio 2003 con cui il Comune di Ro. ha vietato a…

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