Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 28088 del 16 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:28088PEN

Massima

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Il comportamento consapevole e volontario dell'indagato, anche se non costituente reato, che abbia contribuito in via sinergica all'applicazione di una misura cautelare personale, integrando una situazione di allarme sociale e di doveroso intervento dell'autorità giudiziaria, può essere ritenuto dalla Corte di merito come colpa grave ostativa del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, purché tale valutazione sia fondata su fatti concreti e precisi, esaminando la condotta tenuta dall'interessato sia prima che dopo la perdita della libertà personale, al fine di stabilire, con valutazione ex ante, se tale condotta abbia ingenerato, ancorché in presenza di errore dell'autorità procedente, la falsa apparenza della sua configurabilità come illecito penale, dando luogo alla detenzione con rapporto di "causa ad effetto". In particolare, nei reati contestati in concorso, deve apprezzarsi la condotta che si sia sostanziata nella consapevolezza dell'attività criminale altrui e, nondimeno, nel porre in essere un'attività che si presti sul piano logico ad essere contigua a quella attività. Il sindacato del giudice di legittimità è limitato alla correttezza del procedimento logico-giuridico con cui il giudice di merito è pervenuto ad accertare o negare i presupposti per l'ottenimento del beneficio della riparazione per ingiusta detenzione, purché il giudice abbia rispettato i suindicati principi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARINI Lionello - Presidente

Dott. BARTOLOMEI Luigi - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

ME. Ma. n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza della Corte di Appello di Reggio Calabria in data 3.2.2006 con la quale e' stata rigettata la domanda di riparazione per l'ingiusta detenzione subita;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

letta la requisitoria scritta del Procuratore generale, nella persona del Sost. Proc. Gen. Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza …

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