Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20901 del 3 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:20901PEN

Massima

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La denuncia presentata dalla persona offesa per un fatto originariamente qualificato come perseguibile d'ufficio, ma successivamente ritenuto integrativo di un reato perseguibile a querela, può assumere valore di querela solo se esprime in modo chiaro e inequivoco la volontà di procedere penalmente, indipendentemente dalla qualificazione giuridica attribuita ai fatti dalla polizia giudiziaria. La semplice rappresentazione dei fatti nella denuncia non è sufficiente a integrare il requisito della procedibilità a querela, così come la successiva costituzione di parte civile della persona offesa, intervenuta dopo la scadenza del termine per proporre querela, non può sanare il difetto di procedibilità. Il giudice è tenuto a valutare la volontà punitiva della persona offesa sulla base degli elementi contenuti nella denuncia, senza poter procedere a una rivalutazione nel merito degli atti di causa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ANDRONIO A. M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di ((omissis));
nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del Gip del Tribunale di ((omissis)) del 16 luglio 2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Alessandro M. Andronio;
udito il pubblico ministero, in persona del sostituto procuratore generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per l'annullamento c…

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