Il mero utilizzo di un veicolo sottoposto a sequestro amministrativo, senza che vi sia un autonomo deterioramento dello stesso diverso dal logorio conseguente a un uso occasionale, non integra il reato di cui all'art. 334, comma 2, c.p. (violazione di sigilli). Infatti, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato l'inapplicabilità di tale fattispecie incriminatrice alla semplice circolazione del mezzo sequestrato, in assenza di un effettivo danneggiamento o deturpamento dello stesso. Il principio di diritto che emerge dalla pronuncia è che l'elemento oggettivo del reato di violazione di sigilli richiede, oltre all'uso della cosa sottoposta a sequestro, anche un autonomo deterioramento della stessa, diverso dal mero logorio derivante da un utilizzo occasionale. Pertanto, la mera circolazione di un veicolo sottoposto a sequestro amministrativo, senza ulteriori condotte lesive, non è sufficiente a integrare il reato di cui all'art. 334, comma 2, c.p. Tale principio, di carattere generale e astratto, è applicabile a tutte le fattispecie analoghe, indipendentemente dalle specifiche circostanze del caso concreto oggetto della pronuncia.