Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13935 del 25 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:13935PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la fondatezza del ricorso proposto dall'imputato avverso la sentenza di condanna emessa dalla Corte d'appello, afferma che: 1) Le valutazioni di merito compiute dai giudici di merito in ordine all'individuazione dell'epoca di insorgenza della patologia della persona offesa e all'attendibilità delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia sono insindacabili in sede di legittimità, purché siano conformi ai principi giurisprudenziali e scevri da vizi logici. Inoltre, le dichiarazioni della persona offesa, seppur acquisite ai sensi dell'art. 512 c.p.p. per l'impossibilità di assunzione della testimonianza in contraddittorio, possono legittimamente fondare l'affermazione di responsabilità dell'imputato, previa verifica della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, in linea con i principi elaborati dalla giurisprudenza della Corte EDU. 2) In tema di trattamento sanzionatorio, la Corte di Cassazione ritiene che la mancata concessione delle attenuanti generiche e l'applicazione dell'aggravante del metodo mafioso siano state adeguatamente motivate dai giudici di merito, in conformità ai consolidati orientamenti giurisprudenziali. Inoltre, la determinazione della pena, nel rispetto del principio di proporzionalità, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità se sorretta da congrua e logica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 11/4/2013 della Corte d'appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)) di Montrone;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 11/4/2013, l…

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