Il provvedimento di rigetto della richiesta di revoca o sostituzione della custodia cautelare in carcere può essere impugnato mediante appello, in quanto tale rimedio è esperibile avverso l'ordinanza reiettiva della revoca o sostituzione della misura cautelare, in virtù del combinato disposto degli articoli 299 e 310 c.p.p. L'appello cautelare, pur configurandosi come una species dell'appello ordinario, è caratterizzato da una linea di continuità strutturale e funzionale con quest'ultimo, mutuandone il regime normativo generale, fatte salve le concrete verifiche di compatibilità. Il giudice di legittimità, nel qualificare il ricorso come appello, dispone la trasmissione degli atti al tribunale competente ex art. 310 c.p.p., affinché quest'ultimo proceda all'esame della richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare, in ossequio al principio di tassatività dei mezzi di impugnazione e alla necessità di assicurare la corretta applicazione delle norme processuali. La cancelleria, inoltre, è tenuta a provvedere agli adempimenti prescritti dall'art. 94, comma 1-ter, disp. att. c.p.p., al fine di garantire la tempestiva comunicazione del provvedimento all'istituto penitenziario.