Cassazione penale Sez. III sentenza n. 47820 del 2 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:47820PEN

Massima

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Il dolo del reato di divulgazione o diffusione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter, comma 3, c.p. non può essere desunto automaticamente dal solo utilizzo di programmi di file sharing, ma richiede l'accertamento di elementi specifici e ulteriori che dimostrino la volontà dell'agente di distribuire, divulgare, diffondere o pubblicizzare il materiale illecito, non essendo sufficiente la mera volontà di procurarselo. Inoltre, ai fini della configurabilità dell'aggravante della "ingente quantità" prevista dal comma 5 dello stesso articolo, il giudice deve valutare non solo il numero dei supporti detenuti, ma anche il numero complessivo di immagini contenute negli stessi, con riferimento alle sole condotte successive all'entrata in vigore della relativa norma.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1402/2011 CORTE APPELLO di LECCE, del 24/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/10/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LORENZO ORILIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mario Fraticelli, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza 24.10.2012 la Corte d'Appello …

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