Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 2451 del 2016

ECLI:IT:TARLAZ:2016:2451SENT

Massima

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Il Ministero competente può annullare l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione, anche quando risulti un profilo di eccesso di potere, in quanto il potere ministeriale di annullamento è espressione della cogestione dei valori paesistici da parte di Stato e Regioni e si manifesta mediante provvedimenti di amministrazione attiva, in funzione di gestione e di estrema salvaguardia dei valori paesistici coinvolti. Il Ministero può annullare l'autorizzazione paesistica anche quando l'atto che esamina la domanda di autorizzazione non sia coerente col piano paesistico, non si basi su una idonea istruttoria e su una adeguata motivazione, da cui devono risultare le ragioni poste a base della affermata prevalenza di un interesse diverso da quello tutelato in via primaria. Il divieto di effettuare valutazioni di merito sussiste soltanto se l'ente che rilascia l'autorizzazione abbia adempiuto al suo obbligo di motivare in maniera adeguata in ordine alla compatibilità paesaggistica dell'opera; in caso contrario gli organi ministeriali possono annullare il provvedimento adottato per difetto di motivazione e indicare le ragioni di merito, sorrette da una puntuale indicazione degli elementi concreti della specifica fattispecie, che concludono per la non compatibilità delle opere edilizie con i valori tutelati. Le prescrizioni del piano territoriale paesistico, avendo rilevanza sotto il profilo della tutela paesaggistica, rientrano nelle norme di riferimento per l'esercizio del potere di annullamento ministeriale, anche qualora l'area risulti già urbanizzata, in quanto l'avvenuta edificazione non costituisce ragione sufficiente per recedere dall'intento di proteggere i valori estetici o paesaggistici ad essa legati, poiché l'imposizione del vincolo costituisce il presupposto per l'imposizione al proprietario delle cautele e delle opere necessarie alla conservazione del bene e per la cessazione degli usi incompatibili con la conservazione dell'integrità dello stesso. Le censure dirette a contestare l'inclusione di una determinata zona tra quelle che risultano soggette a vincolo paesaggistico devono essere proposte entro il termine decadenziale di 60 giorni, computato a decorrere dalla data di pubblicazione della delibera di adozione del piano territoriale paesistico.

Sentenza completa

N. 03881/2000
REG.RIC.

N. 02451/2016 REG.PROV.COLL.

N. 03881/2000 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3881 del 2000, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, piazzale Clodio, 14;

contro

Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura dello Stato, con domicilio in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Regione Lazio;
Comune di Rocca di Papa;

per l'annullamento

del decreto del 20-12-1999 con cui il Soprintendente per i beni ambientali e architettonici del Lazio ha annullato il parere favorevole rilasciato il 7-10-1999 dalla Regione L…

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