Il comportamento colpevole o negligente di funzionari pubblici, anche se non penalmente rilevante, può dar luogo a responsabilità civile dello Stato per danni, qualora sia eziologicamente connesso a un evento dannoso e vi sia la prova di un nesso causale tra la condotta e il danno subito dal privato. Tuttavia, tale responsabilità non può essere affermata sulla base di una mera diversità di valutazione delle risultanze istruttorie rispetto a quella operata dal giudice di merito, il quale gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove e nell'individuazione delle fonti del proprio convincimento. Inoltre, la mancata ammissione di prove richieste dalla parte non costituisce di per sé vizio di motivazione, ove il giudice abbia comunque adeguatamente argomentato in ordine all'irrilevanza di tali elementi istruttori ai fini della decisione. Infine, la qualificazione giuridica del rapporto tra il privato e il funzionario pubblico, se non adeguatamente motivata in relazione alle conseguenze che ne derivano sulla soluzione della controversia, non integra un vizio denunciabile in sede di legittimità.