Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25760 del 18 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25760PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste anche quando la condizione alla quale è subordinata la verificazione del male futuro e ingiusto risulta incerta, purché la condotta del soggetto attivo sia comunque idonea a restringere la libertà psichica del soggetto passivo. Tuttavia, qualora l'imputazione descriva in modo puntuale il fatto come minaccia "condizionata" a una determinata condotta del destinatario, l'incertezza processuale circa la condizione effettivamente prospettata dal reo comporta l'assoluzione per insussistenza del fatto, non potendosi ritenere provato il fatto così come contestato. Il giudice non può optare per una diversa ricostruzione del fatto, ancorché più favorevole all'imputato, in assenza di una contestazione alternativa, in quanto ciò violerebbe il principio di correlazione tra accusa e sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. CAPUTO A. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PRATO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 20/2012 GIUDICE DI PACE di PRATO, del 06/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. M. Fraticelli, che ha concluso per l…

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