Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35749 del 26 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:35749PEN

Massima

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Il giudice di pace può fondare la condanna dell'imputato per il reato di ingiuria esclusivamente sulle dichiarazioni della persona offesa, purché siano valutate in modo penetrante e rigoroso sotto il profilo della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, senza che sia necessario il riscontro con prove dotate di autonoma efficacia dimostrativa. Le dichiarazioni di eventuali testimoni che non confermino le affermazioni della persona offesa non determinano di per sé l'inattendibilità di quest'ultima, essendo sufficiente che il suo racconto non risulti smentito in modo inequivocabile. Inoltre, la richiesta di non menzione della condanna nel casellario giudiziale è priva di fondamento, in quanto ai sensi del Testo Unico n. 313 del 2002 non sono riportate nel certificato penale le iscrizioni relative ai provvedimenti emessi dal giudice di pace.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P.G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 19/2013 TRIBUNALE di RAGUSA, del 04/02/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;

lette le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto che ha concluso per l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza del Tribunale di Ragusa e previa qualificazione come ricorso dell'appello proposto, per la dichiarazione di inammissibilita' dello stesso.

RITENUTO IN FATTO

1. C…

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