Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35647 del 4 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35647PEN

Massima

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Il diritto di cronaca, pur consentendo la divulgazione di notizie di interesse pubblico, trova un limite nel rispetto della dignità e dell'immagine delle persone, non potendo essere utilizzato per enfatizzare in modo sproporzionato e lesivo le conseguenze personali ed affettive di vicende private. Pertanto, la mera errata ricostruzione di fatti attinenti alla sfera privata di un individuo, senza l'intento diffamatorio, non integra il reato di diffamazione, ma può eventualmente configurare una lesione del diritto all'immagine, che tuttavia non raggiunge la rilevanza penale. In tali casi, il giudice deve valutare con equilibrio e moderazione il bilanciamento tra il diritto di cronaca e il diritto alla riservatezza, evitando di dare eccessiva enfasi a dettagli intimi e personali che, pur essendo di pubblico interesse, non rivestono carattere di essenzialità ai fini della narrazione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FI. AN. N. IL (OMESSO) c/;

2) SE. PI. AL. N. IL (OMESSO) c/;

3) FI. PA. N. IL (OMESSO) c/;

avverso la sentenza n. 7305/2008 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di CAGLIARI, del 24/02/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALFONSO AMATO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. DELEHAYE Enrico: rigetto.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il GIP del Tribunale di Cagliari dichiarava n…

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