Cassazione penale Sez. II sentenza n. 39138 del 24 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:39138PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta minacciosa o violenta dell'agente determina il totale annullamento della capacità volitiva della vittima, coartandone la libertà di autodeterminazione e inducendola a consegnare un ingiusto profitto. Tale effetto costrittivo sulla persona, che la trasforma in un mero esecutore passivo delle pretese dell'autore, è elemento essenziale che distingue l'estorsione dall'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, il quale invece si caratterizza per l'uso di violenza o minaccia finalizzato al soddisfacimento di un preteso diritto, senza giungere all'annichilimento della volontà della vittima. Pertanto, ogni qualvolta l'azione violenta o minatoria si risolva nell'assoggettamento della vittima attraverso la compressione della sua libertà personale, la condotta deve essere inquadrata nel delitto di estorsione, a prescindere dalla sussistenza di un preteso diritto vantato dall'agente, essendo la tutela della persona prevalente rispetto alla tutela del patrimonio. Il concorso di un terzo estraneo nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni è configurabile solo se la condotta tipica è posta in essere dal titolare del diritto, mentre qualora la condotta sia realizzata da un terzo su mandato del creditore, essa assume rilevanza ai sensi dell'articolo 629 c.p. in quanto espressione di un'azione costrittiva idonea a incidere sulla libertà di autodeterminazione della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A. - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato ed assistito dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso la sentenza della Corte di appello di Milano, terza sezione penale, n. 5556/2015, in data 14/06/2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea;
udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. VIOLA Alfredo Pompeo che ha concluso chiedendo di dichiararsi l'inammissibilita&#x…

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