Il Comune può recedere unilateralmente da un accordo di concessione gratuita di un bene culturale di proprietà comunale, stipulato con una fondazione, qualora il progetto di valorizzazione presentato dal soggetto attuatore individuato dalla fondazione non garantisca la piena ed effettiva fruizione del bene da parte della collettività, in quanto finalizzato prevalentemente ad attività di tipo commerciale e ricettivo, anziché a finalità sociali e culturali, come originariamente previsto. Il Comune, nell'esercitare il diritto di recesso, non è tenuto a corrispondere alcun indennizzo, in quanto il recesso è giustificato dal grave inadempimento della controparte negoziale rispetto agli impegni assunti nell'accordo, volti a garantire la valorizzazione del bene come "bene comune" e la sua restituzione alla fruizione pubblica. L'interesse pubblico alla piena ed effettiva fruibilità del bene culturale da parte della collettività prevale sulla tutela dell'affidamento della fondazione, quando il progetto presentato si riveli in concreto incompatibile con tale finalità di interesse generale.