Il sequestro preventivo di beni può essere legittimamente disposto, oltre che per il reato di cui all'art. 12-quinquies della L. 356/1992, anche per il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p., qualora emerga la fittizia intestazione dei beni a soggetti terzi e la loro effettiva riconducibilità all'indagato, quale membro dell'associazione criminale. Il giudice, nel valutare la legittimità del sequestro, non può limitarsi a considerare esclusivamente il reato di cui all'art. 12-quinquies, ma deve altresì valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato di cui all'art. 416-bis c.p., in quanto tale fattispecie, in combinato disposto con l'art. 321 c.p.p. o con l'art. 12-sexies della L. 356/1992, legittima il sequestro preventivo dei beni fittiziamente intestati a terzi ma riconducibili all'indagato. Il giudice, pertanto, nel decidere sulla legittimità del sequestro, deve compiere un'approfondita valutazione di tutti gli elementi di prova emersi, senza limitarsi a considerare singole fattispecie di reato in modo isolato, ma analizzando il complessivo quadro indiziario al fine di accertare la effettiva riconducibilità dei beni all'indagato, quale membro dell'associazione di tipo mafioso.